Il futuro della manifattura con le stampanti 3D

La tecnologia al servizio delle imprese: il futuro della manifattura con le stampanti 3D.
Reggio Emilia Innovazione propone la creazione una banca dati di competenze per attività di business angel, di co-working, di challenge per far crescere il territorio

“In Italia si stima che la stampa in 3D possa far aumentare il fatturato del comparto manifatturiero di circa 16 miliardi di euro”. E’ con questo dato che il presidente del Rotary Club Reggio Emilia e pro rettore dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, professor Riccardo Ferretti, ha aperto l’incontro con FabLab e la tecnologia delle stampanti 3D presso il Tecnopolo, luogo di eccellenza deputato allo sviluppo di progetti di ricerca, innovazione e trasferimento tecnologico.

La visita ai laboratori FabLab e la dimostrazione pratica di alcuni prodotti realizzati grazie alle stampanti di ultima generazione a cura di alcuni giovani maker hanno dato il senso delle infinite aree di applicazione di queste straordinarie tecnologie che spaziano in tutti i settori di produzione, arrivando in molti casi a fornire prodotti finiti pronti da immettere sul mercato con un notevole risparmio di materiali e di costi.

“Un’attività complessa su cui si gioca la competitività del territorio – ha spiegato il presidente di REI, Aimone Storchi – che deve essere in grado di attrarre risorse, competenze e finanziamenti e che, proprio per le sue caratteristiche è stata affidata a Reggio Emilia Innovazione, protagonista e artefice di attività di coordinamento e promozione di reti di competenze e professionalità in grado di dare nuovo impulso alle imprese e alla Comunità”.

Con 30 persone addette e oltre 4 milioni di euro di fatturato nel 2014, Reggio Emilia Innovazione svolge la propria attività al servizio delle imprese tramite REI scarl per il conseguimento della certificazione dei prodotti e la sperimentazione nei laboratori di prova. L’attività di ricerca industriale e trasferimento tecnologico per l’innovazione è invece affidata alla Fondazione REI, incubatore certificato di start up, che lavora in collaborazione con spin off e professionisti per la specializzazione delle competenze e la ricerca su prodotti e processi innovativi.
Da qui la collaborazione con il mondo dei professionisti e degli imprenditori, ampiamente rappresentati dai tanti Soci rotariani intervenuti all’incontro, che il dottor Arturo Tornaboni, direttore di REI, ha invitato a impegnarsi, “mettendo a disposizione competenze e conoscenze per aiutare i giovani a crescere e favorire così la nascita di nuove imprese. Un’attività di business angel favorita anche dalla possibilità offerta dagli spazi del Tecnopolo che incentiva il co-working e in cui le sfide più difficili possono trovare soluzioni nuove, se affrontate da un gruppo di lavoro competente”.

Ed è questa la straordinaria proposta di REI ai Rotariani reggiani: creare una banca dati di competenze da coinvolgere in attività di business angel, di co-working, di challenge per guidare e lavorare insieme ai percorsi di crescita del territorio.
Una proposta accolta con grande favore dal presidente Ferretti che ha subito rivolto i Soci del Club a rispondere a questa sfida con passione ed entusiasmo, perchè “Il nostro territorio ha bisogno di fare un ulteriore scatto in avanti, preparando percorsi di alta formazione in collaborazione con l’Università e i principali protagonisti economici e culturali del territorio per costruire le competenze e le conoscenze necessarie”.

Alcuni scatti dai laboratori del Tecnopolo

Nel corso dell’incontro sono intervenuti:

Fernando Arias di Fablab Reggio Emilia che ha spiegato “Il supporto di REI all’innovazione tecnologica tramite il FabLab”.

Mirco Siciliano di Officina 3dLab il quale ha illustrato la “Manifattura additiva, possibilità e scenari per l’industria”.

Antonello Delfino di Energy group Srl Platinum Reseller Stratasys che ha approfondito il campo delle “Applicazioni di fabbricazione additiva per manufacturing con materiali plastici”.

Simone Casella di ProtoService con una avvincente relazione su “Let there be Additive! La manifattura additiva di metalli”.