Smart City tra tecnologie e innovazione sociale

ESPERTI A CONFRONTO IN CONVEGNO
L’evoluzione tecnologica ha creato profondi cambiamenti nella società: il dibattito sulle smart city deve trovare la via per indicare il giusto equilibrio tra il cambiamento strutturale della città e la qualità di vita dei cittadini finalizzata alla costruzione di una comunità consapevole e responsabile”. L’intervento del sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi ha introdotto il tema del convegno – organizzato da Rotary Club Reggio Emilia e Rotary Club Reggio Emilia Val di Secchia, insieme a Comune di Reggio Emilia, Ordine degli ingegneri e Ordine degli architetti di Reggio Emilia – che si è svolto oggi presso l’Auditorium Credem a Reggio Emilia, dedicato a “Un modello di smart city tra tecnologie e innovazione sociale”.

In sala anche il presidente della Camera di Commercio Stefano Landi, l’onorevole Antonella Incerti, il consigliere regionale Gabriele Delmonte, il Governatore del Distretto Rotary 2072 Franco Venturi, il responsabile del servizio amministrazione controlli e servizi di Credemtel Tiziano Ferretti e la responsabile delle relazioni istituzionali Credem Marzia Nobili.

Maurizio Zamboni dell’Ordine degli ingegneri ha aperto il confronto tra gli esperti, coordinati dall’assessore all’Agenda digitale del Comune di Reggio Emilia Valeria Montanari, per offrire all’aula modelli ed esperienze in grado di attivare percorsi di collaborazione tra pubblico e privato per lo sviluppo della città e la creazione di nuove forme di civismo.

Se secondo Roberto Masiero, professore ordinario di Storia dell’architettura allo Iuav di Venezia, “in futuro non parleremo più di trasferimento tecnologico bensì di trasferimento di saperi trasversali, fluidi, aperti, in relazione uno all’altro per stimolare la conoscenza e l’intelligenza collettiva”, per Stefano Moriggi, filosofo della scienza e professore all’Università di Milano Bicocca, “per progettare un’idea di città smart occorre un impegno culturale e politico in grado di educare fin da piccoli al sapere critico, affinché le persone imparino a dialogare e a scegliere in modo consapevole”.

Il tema dell’education è stato ripreso anche da Andrea Prandi, esperto di comunicazione aziendale e presidente di Smartitaly, il quale ha sottolineato che “nonostante i limiti derivanti dall’età media piuttosto elevata del popolo italiano, è auspicabile una maggior apertura da parte delle imprese, delle istituzioni e delle università verso le opportunità di confronto, collaborazione e innovazione”.

“Apertura all’innovazione che si scontra con l’accelerazione imposta dalla società che induce a ridurre il tempo dell’apprendimento, della cultura e delle relazioni – ha commentato Paolo Venturi, economista e direttore del Centro studi dell’Università degli studi di Bologna Aiccon – quindi se vogliamo perseguire lo sviluppo, è necessario che nelle smart city siano tenuti in buon conto nuovi indicatori sociali, umanistici e di relazione”.

L’invito al confronto sollecitato in apertura di giornata dalle presidenti dei Rotary Club Reggio Emilia Daniela Spallanzani e del Rotary Club Reggio Emilia Val di Secchia Maria Carmen Consolini, è stato accolto dal presidente nazionale di Federmeccanica Fabio Storchi il quale ha spiegato che “il processo di innovazione è possibile solo tramite l’attivazione di un processo di coinvolgimento e condivisione con i lavoratori che la nostra associazione ha raggiunto in pieno accordo con i sindacati”. Gianni Borghi, presidente della Fondazione Manodori, ha concluso gli interventi dal pubblico illustrando il welfare di comunità e gli strumenti per sostenere le nuove fragilità attivate dall’istituzione reggiana: “il Bando Welcom presentato recentemente, oltre ai finanziamento messi a disposizione – ha sottolineato il presidente Borghi – ha il valore di stimolare la partecipazione e il confronto tra i principali protagonisti del territorio per la realizzazione di azioni innovative nel settore del welfare”.