Sport e Doping

Giovedì 10 ottobre 2019, presso l’Hotel Astoria Mercure, si è svolto l’Interclub con il Rotary Club Reggio Emilia Val di Secchia sul tema “Sport e doping”. Ospiti d’eccezione, l’oro olimpico di Atene 2004 nella maratona, Stefano Baldini, e il Dott. Vincenzo Guiducci, medico cardiologo responsabile dell’emodinamica cardiologica presso l’Unità Operativa di Cardiologia dell’ASMN di Reggio Emilia ed anche specialista in Medicina dello Sport.

 

La conviviale è stata aperta dal Presidente Giovanni Baldi che, dopo i saluti di rito ai numerosi Soci e Amici del Club, ha subito presentato i gentili ospiti e introdotto i loro brillanti interventi. La parola è dunque passata in prima battuta al Dott. Vincenzo Guiducci che ha esposto ai presenti un’interessante panoramica sul doping nello sport, a partire dai greci, che già conoscevano i benefici del cibo sulle prestazioni sportive: il primo caso di dieta “dopante” della storia è stato quello del lottatore Milone di Crotone, il quale si narra mangiasse ben otto chili di carne e bevesse cinque litri di vino al giorno. Al tempo dei romani, anche Galeno descrisse non senza critica lo stile di vita degli atleti, dediti solo a “bere, dormire, e mangiare” oltre che a praticare lo sport. 

 

Dal passato ad oggi il doping ha affiancato la pratica dello sport e numerosi sono stati i decessi dovuti ad abuso di sostanze “dopanti”: dal ciclista gallese Artur Lintondeceduto per aver assunto stricnina, durante la corsa Bordeaux-Parigi del 1886; all’americano Thomas Hicks, vincitore nella maratona delle Olimpiadi del 1904, che ingerì solfato di stricnina e brandy e venne colto da malore poco dopo aver tagliato il traguardo. In Italia, nel 1960, durante i giochi olimpici di Roma, il ciclista danese KnudEnemark morì a causa dell’assunzione di amfetamine.

 

Fu proprio la morte dell’atleta danese che indusse il mondo dello sport a “prendere sul serio” la “questione” doping, con l’istituzione di un sistema di controllo degli atleti volto a prevenire l’assunzione di sostanze dopanti. Oggi tale complesso sistema prevede una serie di serrati ed accuratiesami delle urine e del sangue, ai quali gli atleti vengono sottoposti sia durante le competizioni sportive sia durante gli allenamenti e la preparazione.

 

La relazione del Dott. Vincenzo Guiducci si è conclusa con un’importante indicazione per gli sportivi, rivolta in particolare a quelli non-agonisti: una corretta alimentazione rende del tutto superfluo l’utilizzo di integratori, in quanto nel cibo sono già presenti tutte le sostanze necessarie all’organismo per far fronte all’esigenze dovute all’attività sportiva.

 

La parola è poi passata a Stefano Baldini, dopo la presentazione del presidente Giovanni Baldi: nato a Castelnuovo di Sotto, e cresciuto in una famiglia numerosa di undici fratelli, il campione olimpico ha ripercorso gli anni di una adolescenza trascorsa in un contesto familiare sano e protetto: elementi chiave che hanno condizionato in maniera indelebile la sua intera vita e le sue scelte. Stefano Baldini ha in seguito parlato della sua incredibile carriera che l’ha visto trionfare ai Giochi di Atene del 2004, entrando di diritto tra le stelle dell’atletica di più alto livello. Numerosissimi i  titoli italiani, mondiali ed europei che hanno costellato la sua lunga carriera.

 

Stefano Baldini, da sempre bandiera dell’anti-doping, ha poi illustrato con grande precisione i diversi test ed esami a cui ogni atleta agonistico viene sottoposto e le metodologie e pratiche adottate dalle autorità medico-sportive per far pronte alla piaga mortale del doping. In particolare, il sistema “whereabouts” impone agli atleti di notificare i propri luoghi di permanenza e ad aggiornarli costantemente. 

 

Parole importanti sono state rivolte anche ai giovani. L’importanza dell’educazione degli sportivi alle regole e alle responsabilità dello sport rappresenta un elemento essenziale che permette di crescere giovani atleti saggi e responsabili. Non solo: importante è anche imparare dagli insuccessi e crescere verso risultati migliori. “Si può accettare di arrivare secondi e che qualcuno arrivi prima di te” come ha ricordato Stefano Baldini a chiusura di un’emozionante relazione.

 

Numerosi sono stati gli interventi ai quali Stefano Baldini ha saputo rispondere con estrema puntualità e con grande simpatia. Dopo i lunghi applausi dei presenti, la consegna di un tricolore in ricordo della serata ha concluso la bella conviviale.