Umorismo e cervello

In viaggio con il dottor Marchesi tra risate e sinapsi

Una risata fa sempre bene. Lo ho ribadito il neurofisiologo Gianfranco Marchesi, primario dell’ospedale di Guastalla, nel corso di una partecipata conferenza organizzata dal Rotary Club Reggio Emilia dal titolo “Umorismo e cervello: un viaggio tra risate e sinapsi” che si è tenuta all’Hotel Mercure Astoria giovedì 23 febbraio scorso.

Grazie all’aiuto di immagini, il professo Marchesi ha descritto minuziosamente il funzionamento della corteccia prefrontale ventromediale che produce le endorfine e come parti del sistema limbico, l’ippocampo e l’amigdala, siano coinvolte nell’intelligenza emotiva e nella razionalità, spiegando così le connessioni fra cervello e buonumore.
In una conferenza precedente aveva sostenuto i pregi dell’arte nel rallentare l’invecchiamento cerebrale; questa volta ha indagato l’umorismo.
Accolto dalla presidente Daniela Spallanzani, ha accompagnato i presenti in un viaggio fra risate e sinapsi a cui ha fatto da sapiente spalla l’attore comico Mauro Adorni. “Le emozioni ci condizionano fortemente – ha spiegato il dottor Marchesi – se abbiamo cervello dobbiamo godere del sorriso che è anche un mezzo di comunicazione, un modo per disarmare le contese, uno strumento di utilità evoluzionistica”.
A tale proposito ha quindi citato la creatività di poeti e scrittori, ha distinto l’emisfero cerebrale destro, più creativo, da quello sinistro più razionale. “Abbiamo bisogno – ha precisato a conclusione della conferenza – di sdoganare quel fanciullino che abbiamo sepolto e censuriamo con le convenzioni dell’adulto: da bambini ridevamo 400 volte al giorno, da grandi solo 10”.
Il fatto è , e studi specifici lo dimostrerebbero, che 15 minuti di buonumore al giorno equivalgono a 40 minuti di attività fisica. Umorismo, comicità, arguzia, sarcasmo, satira e nonsense, ironia, scherzo, divertimento, solletico, muovono processi mentali in grado di ritardare anche le patologie.

Luigi Vinceti