Restauro de “La Donna col Melograno”

E’ stata una sala affollata di gente quella che a Bianello, domenica 29 marzo alla presenza del Sindaco di Quattro Castella Andrea Tagliavini e del Governatore del Rotary International Distretto 2072 Emilia Romagna e Repubblica di San Marino Ferdinando Del Sante, ha visto svelare dopo diversi mesi la tela restaurata raffigurante Matilde di Canossa custodita nel castello. Grazie al sostegno economico di tutti i club Rotary della provincia di Reggio Emilia, questo prezioso dipinto, eseguito a metà del XIX secolo dal pittore reggiano Giuseppe Ugolini, ha riacquistato finalmente la sua luce originaria, creando un’irripetibile opportunità di indagine archivistica che ha dato vita ad un interessantissimo studio portato avanti negli ultimi mesi dal Dipartimento di Architettura dell’Università di Ferrara.
“Questa iniziativa dimostra l’attenzione che il Rotary riserva alla cultura e al bisogno di cultura che si sente nel nostro Paese” ha affermato il Governatore Del Sante, aggiungendo poi: “Un impegno non solo per la cultura, ma anche per l’occupazione: si sostiene il prezioso lavoro degli addetti e delle professionalità del restauro, che oggi risentono pesantemente della crisi economica e dei tagli alla spesa pubblica”.
La tela raffigura Matilde di Canossa con in mano un melograno posta sotto una cortina sorretta da due angeli. La storia di questo dipinto è davvero singolare. La sua esecuzione risale alla metà dell’800 quando il duca Francesco V d’Este, in visita a Bianello, fa copiare un affresco che si trovava in qual luogo almeno dal 1498 ed ordina di far portare la tela al palazzo ducale di Modena; dopo la caduta del governo estense si perdono le tracce del quadro fino a quando venne acquistato dal Dottore Andrea Caggiati divenuto nel 1867 proprietario del castello il quale, secondo le fonti consultate, fa incollare la tela sui lacerti dell’affresco nascondendolo per sempre alla vista. Al momento del distacco del dipinto si è svelato però un muro privo di qualsiasi tracci pittorica, il ché ha aperto la strada ad un piccolo giallo sulla sparizione dell’affresco, che potrebbe essere andato perduto negli anni in cui Bianello – prima di essere messo in vendita dal demanio regio dopo l’unità d’Italia – è stato sede di caserma, oppure addirittura essere stato intenzionalmente staccato in epoca imprecisata prima che la sua copia su tela venisse incollata al muro.
La strada è dunque ancora aperta per continuare a studiare una delle più antiche raffigurazioni di Matilde di Canossa, che si mostra abbigliata con abiti risalenti ai primi decenni del XV secolo, epoca cui risalirebbe dunque la stesura dell’affresco originario copiato da Giuseppe Ugolini.
Se questo restauro ha aperto molti dubbi sulla sorte della pittura originaria, ci ha però restituito a pieno la rilevanza artistica del pittore reggiano Giuseppe Ugolini, che fu uno dei più noti ritrattisti italiani della seconda metà del XIX secolo, autore di alcuni ritratti dei Re d’Italia, della famiglia imperiale giapponese e di Papa leone XIII, nonché di alcune lunette del foyer del teatro Municipale Romolo Valli. L’Ugolini meriterebbe certo qualche attenzione in più dalla sua città natale e dunque possiamo tranquillamente affermare che, se questa interessante operazione culturale ha svelato la perdita di un prezioso affresco, ha però posto nella giusta luce una delle personalità di spicco della pittura reggiana.

Il Prefetto
Daniela Spallanzani